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Legge sui media - Sostegno al "quarto potere"?

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Progetto di riferimento E generazione tandem

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Data

Inizio

Fine

26.01.2022

18:00 Ora

18:00 Ora

Luogo

Gymnasium Schadau Thun
Seestrasse 66
3600 Thun

La democrazia ha bisogno di media indipendenti. Ma i modelli classici di finanziamento del giornalismo difficilmente producono più entrate. Con la nuova legge sui media, il Consiglio federale vuole promuovere finanziariamente il paesaggio mediatico svizzero. Una necessità democratica o una minaccia all’indipendenza dei media?

Le entrate dalla pubblicità e il numero di abbonati alla stampa sono in calo da anni. Il finanziamento di un giornale sta diventando sempre più difficile per i piccoli e grandi editori. Il finanziamento delle offerte digitali è anche molto combattuto, corporazioni internazionali come Google dominano il mercato. La diversità dei media è sotto pressione. Almeno i nuovi media online come la “Hauptstadt” di Berna stanno attirando l’attenzione. Ma non occupano (ancora) molto più di una nicchia.

Con la nuova legge sui media, il Consiglio federale e il Parlamento vogliono sostenere maggiormente i media in Svizzera e promuovere così la diversità. I nuovi giornali ad alta tiratura – non solo i piccoli giornali nella distribuzione dei giornali stampati – devono ricevere un sostegno finanziario. Le stazioni radio e TV locali riceveranno altri 28 milioni di franchi all’anno. E i media online riceveranno per la prima volta soldi dal fondo del governo federale. Anche la formazione dei professionisti dei media deve essere sostenuta.

Il comitato “State Media No” ha lanciato un referendum contro la legge.

Il pannello

  • Ronnie Grob (46) è caporedattore della rivista di autori e dibattiti “Schweizer Monat” ed è contrario alla nuova legge.
  • Marina Bolzli (41), con il medium online “Hauptstadt”, la giornalista vuole assicurare un nuovo giornalismo bernese e la promozione dei media.
  • Aline Trede (38), consigliere nazionale e presidente del gruppo parlamentare (Verdi), si impegna per un maggiore finanziamento dei media – anche nella commissione responsabile del Consiglio nazionale.
  • Christian Wasserfallen (40), consigliere nazionale (FDP) non vede alcuna ragione per la legge sui media – dice no ai “media di stato” non vitali e alle sovvenzioni inutili.

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